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Quando si parla di musica rap, ci sono artisti che riescono a lasciare un segno indelebile, e Rico Nasty è senza dubbio uno di questi. Con il suo ultimo lavoro, LETHAL, l’artista sfida le convenzioni e si tuffa in un’esperienza sonora che mescola punk rock e rap, portando con sé un bagaglio di emozioni e riflessioni. L’album, uscito sotto l’etichetta Fueled by Ramen, rappresenta una sorta di liberazione da etichette e maschere che hanno contraddistinto i suoi lavori precedenti.
Un percorso di crescita personale e artistica
Rico Nasty ha sempre avuto un approccio audace alla musica, ma in LETHAL si percepisce una maturità diversa. Ricordo quando ascoltai per la prima volta “Smack a Bitch”; era un inno di ribellione, un grido di libertà per tanti giovani che si sentivano fuori posto. Oggi, con LETHAL, la sua musica è un riflesso di un’evoluzione personale. Non è più solo una ragazza che si esprime attraverso alter ego e look eccentrici. Qui, Rico si presenta senza filtri, mostrando vulnerabilità e forza allo stesso tempo.
Il mix di generi e influenze
LETHAL è un viaggio attraverso generi diversi, con l’artista che si muove tra punk, rap e persino death metal, come dichiarato in una recente intervista. La presenza di chitarre vive, che sostituiscono i suoni digitali del passato, rende il tutto ancora più coinvolgente. Ma non è solo una questione di suoni; è anche un dialogo con il suo passato. La presenza di personaggi come Tacobella e Trap Lavigne nel suo repertorio dimostra che, sebbene abbia lasciato alcune maschere dietro di sé, non ha mai dimenticato da dove viene.
La dualità dell’artista
In questo album, Rico Nasty affronta la dualità della sua persona. Da un lato c’è l’energia travolgente e provocatoria che tutti conosciamo. Dall’altro, emerge una sensibilità che sorprende. In brani come “On the Low”, si sente un’intimità che raramente emerge nella sua musica. È una sorta di promessa, un’affermazione di sincerità in un mondo che spesso richiede maschere. Ma, e qui sta il bello, non è tutto così lineare. La transizione tra momenti di rabbia e vulnerabilità è una danza che riesce a catturare l’ascoltatore.
Un ascolto disgiunto ma affascinante
Ascoltare LETHAL può risultare un’esperienza disgiunta, eppure intrigante. I primi brani, come “Who Want It” e “Teethsucker (Yea3x)”, mostrano un’energia esplosiva, mentre “Eat Me!” ci porta in territori più complessi, dove il messaggio di potere femminile è evidente. Ma è proprio questa discontinuità che rende l’album affascinante; è come se ogni canzone fosse un capitolo di una storia più grande, che esplora le sfumature di una persona in continua evoluzione. Eppure, a volte ci si potrebbe sentire un po’ persi, come in un labirinto di emozioni e suoni.
LETHAL: un progetto di passione
In fin dei conti, LETHAL è un progetto di passione, e questo è palpabile. Rico Nasty sembra divertirsi, e la sua gioia è contagiosa. Nonostante alcune scelte creative possano sembrare forzate o poco originali, come nei cliché rock di “Smoke Break”, ci sono anche momenti di pura magia. “Can’t Win Em All” è uno di quei brani che riesce a colpire nel segno, con una melodia alt-rock che si intreccia con una produzione imprevedibile. È in questo tipo di canzoni che vediamo il lato più autentico di Rico, lontano dai personaggi e dalle maschere.
Un futuro imprevedibile
È chiaro che Rico Nasty ha ancora molto da offrire. LETHAL segna un capitolo importante nella sua carriera, ma non è la fine della storia. Gli ascoltatori possono aspettarsi ulteriori sorprese e innovazioni, e non vedo l’ora di vedere dove la porterà il suo viaggio musicale. D’altronde, come molti sanno, la musica è in continua evoluzione e Rico è senza dubbio una delle artiste più audaci e interessanti del panorama attuale.