Le canzoni più imbarazzanti sullo sport

Hai mai sentito una canzone così brutta da farti venire voglia di nasconderti? Scopri le più imbarazzanti melodie sportive.

In ogni stadio che si rispetti ci sono canzoni che riescono a far alzare in piedi i tifosi, mentre altre, ahimè, rischiano di essere dimenticate per la loro assurdità. Non parliamo solo di melodie che fanno ballare, ma anche di quelle che ci fanno arrossire per quanto siano brutte. Ecco una carrellata delle canzoni rock e metal più cringe dedicate allo sport, che hanno segnato momenti indimenticabili (ma non necessariamente per le ragioni giuste).

Megadeth e il controverso “Crush ‘Em”

Con il loro album “Risk” del 1999, i Megadeth cercarono di lanciarsi in un nuovo territorio sonoro. Ma la canzone “Crush ‘Em” si rivelò un vero e proprio scivolone. Pensata come inno per il hockey, si trasformò in un mix disco-metal che ben poco ha a che fare con lo sport. Dave Mustaine, il frontman, ha persino ammesso che non era affatto soddisfatto del risultato finale. “Probabilmente è la canzone più stupida che abbiamo mai fatto”, ha dichiarato in un’intervista. Chissà, forse la sua intenzione era di superare il tormentone di Gary Glitter, ma il risultato è stato ben diverso.

Scott Stapp e il suo singolo per i Marlins

Dopo lo scioglimento dei Creed, Scott Stapp ha tentato la carriera da solista e ha creato “You Will Soar”, che, sorprendentemente, si trasformò in un inno per i Florida Marlins. La canzone originale non era stata nemmeno pubblicata come singolo, ma ha guadagnato attenzione per la sua versione rielaborata. Stapp ha iniettato termini di baseball nei versi, ma molti hanno notato che si trattava di un lavoro ridotto all’osso. “Se lo si guarda come un artista credibile, capisco le critiche”, ha detto. I Marlins, va detto, non brillarono particolarmente in quella stagione, ma Stapp aveva guadagnato biglietti per tutta la vita.

U.D.O. e il tentativo di abbracciare il football americano

Nel 2023, il cantante tedesco Udo Dirkschneider ha deciso di lanciarsi nel mondo del football americano con la canzone “Touchdown”. La sua apertura, “Gettin’ ready for the match day”, ha suscitato più di qualche sorriso, dato che il concetto di “match” non si sposa bene con il football. Nonostante i riferimenti al gioco, la canzone ha faticato a decollare e ha lasciato molti con un senso di confusione. È curioso come un artista europeo tenti di navigare le acque di una cultura così americana, ma a volte è meglio restare nel proprio campo.

Prince e il suo inno per i Vikings

Dopo una vittoria dei Minnesota Vikings, Prince si sentì ispirato a scrivere “Purple and Gold”, un brano che doveva essere un inno di battaglia, ma che finì per risultare piuttosto melenso. Con un’apertura da marcia militare, il pezzo non è mai decollato come ci si aspettava. Eppure, nonostante la sua strana natura, i Vikings non l’hanno mai adottato come parte della loro tradizione di game day. Che strano destino per una leggenda della musica come Prince, eh?

Ten Yard Fight e la loro storia di football

Negli anni ’90, i Ten Yard Fight, provenienti dalla scena hardcore di Boston, hanno cercato di mescolare la loro musica con il football. Ma, ahimè, i testi di “First and Ten” si sono rivelati un po’ confusi. Raccontano di un’epoca passata, ma con informazioni storiche che non sempre tornano. La band, pur avendo un forte messaggio, ha fallito nel dettagliare correttamente le sue storie. Un vero peccato, considerando che il potenziale era alto.

Beekeeper e la parodia della cultura calcistica

Nel 2022, i Beekeeper hanno lanciato “The Cup is Not Coming Home”, una canzone che gioca con la cultura calcistica americana. Qui il gruppo si diverte a prendersi gioco dei tifosi americani, offrendoci un pezzo che, sebbene volutamente cringe, riesce a strappare un sorriso. Le liriche, ironiche e sarcastiche, riescono a cavalcare l’onda dell’autoironia, dimostrando che a volte prendersi poco sul serio è la chiave per divertirsi.

Manowar e il misterioso sport

I Manowar, noti per il loro amore per il fantasy, ci hanno regalato “Number 1”, ma la canzone rimane avvolta nel mistero. Quale sport viene realmente celebrato? Forse un evento olimpico? Non ci sono risposte chiare e questo lascia gli ascoltatori con più domande che risposte. La mancanza di chiarezza nei testi potrebbe far storcere il naso, eppure, in un certo senso, è anche affascinante. Aspettative disattese? Sì, ma con una certa poesia.

Insomma, la musica sportiva ha il suo lato oscuro e divertente. Queste canzoni, per quanto imbarazzanti, ci mostrano che a volte anche i giganti del rock e del metal possono inciampare. E chi lo sa, magari un giorno ascolteremo una di queste melodie e ci faremo una bella risata! D’altronde, la musica è anche questo: un viaggio tra emozioni, risate e, perché no, un pizzico di cringe.

Scritto da Redazione

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