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Bury Tomorrow, band storica del metalcore britannico, torna alla ribalta con il loro ottavo album, “Will You Haunt Me, With That Same Patience”. Ricordo quando ascoltavo i loro brani e mi chiedevo se il metalcore potesse evolversi oltre i cliché del passato. Questo nuovo lavoro non è solo una celebrazione delle loro radici, ma anche un richiamo a riflessioni più profonde, come ci ha raccontato Kristan Dawson, chitarrista del gruppo. La bellezza di questo nuovo album sta proprio nel suo titolo, che invita a fermarsi e pensare a ciò che conta davvero in un mondo pieno di distrazioni. Una sorta di contrappunto a quell’epoca in cui, con certe tendenze musicali, pareva che tutti avessimo perso di vista il significato della musica stessa.
La genesi del metalcore e il viaggio di Bury Tomorrow
Formati nel 2006, i Bury Tomorrow hanno vissuto un’evoluzione incredibile. Il loro primo album, “Portraits”, è stato solo l’inizio di un viaggio che li ha visti diventare protagonisti in un genere in continua trasformazione. Durante gli anni 2010, il metalcore britannico ha preso il volo, e Bury Tomorrow sono stati tra i portabandiera di una scena che ha saputo mescolare melodie intense e potenza sonora. Ma cosa è successo a tutte quelle tendenze? Ricordo le esibizioni di band che sembravano più concentrate a mostrare pose stravaganti piuttosto che a suonare, eppure, in qualche modo, quella follia ha creato legami tra i fan.
Il ritorno delle tendenze metalcore
Con il nuovo album, Bury Tomorrow si muovono in un territorio che esplora con ironia le tendenze che hanno segnato un’epoca. Dalla crabcore, un fenomeno che ha fatto ridere e, allo stesso tempo, ha fatto scalpore, fino a quelle pose da “squat” che avevano invaso i palchi. E chi non ricorda le magliette attillate e le frange perfettamente lisce? Un vero e proprio simbolo di un’era che, per molti, è ancora indelebile. Mentre ascoltiamo “Villain Arc”, il primo singolo estratto dal nuovo lavoro, è impossibile non provare un certo brivido di nostalgia per quei tempi. Erano anni di pura energia, di concerti infuocati e di un pubblico che sembrava vivere per il momento.
La nostalgia come arte
La nostalgia, si sa, ha il potere di farci viaggiare nel tempo. E Bury Tomorrow lo sanno bene. Il loro nuovo album non è solo un insieme di canzoni, ma un vero e proprio viaggio attraverso i ricordi di una generazione. Con la frase che accompagna il titolo, ci invitano a riflettere su quanto sia importante avere pazienza e trovare un momento di tranquillità in un mondo frenetico. Ma cos’è realmente cambiato nel metalcore? E perché alcune di quelle tendenze ci sembrano tanto lontane? Personalmente, credo che la chiave sia nella capacità di evolversi senza perdere la propria essenza. E Bury Tomorrow ci mostrano esattamente come si fa.
L’evoluzione del genere e il futuro
Oggi, il metalcore continua a prosperare, ma con un approccio diverso. Le band non si limitano più a cercare il breakdown perfetto o a costruire canzoni solo per il pit. La musica è diventata più profonda, più riflessiva. Eppure, c’è ancora spazio per la follia di un tempo. E chi lo sa, forse tra qualche anno guarderemo indietro e rideremo delle tendenze di oggi, proprio come facciamo ora con il passato. Ma per ora, godiamoci il viaggio e lasciamoci trasportare da questa nuova avventura musicale dei Bury Tomorrow.
Riflessioni finali su un’epoca d’oro
In fondo, senza quelle fasi imbarazzanti, il metalcore non sarebbe quello che è oggi. Bury Tomorrow, con la loro esperienza, ci ricordano che ogni fase ha un valore. La loro capacità di riflettere su questi momenti è ciò che li rende unici. E mentre il mondo musicale continua a cambiare, ci resta solo da ascoltare, ridere e, perché no, ballare. Perché, alla fine, la musica è tutto questo. È un viaggio, un’emozione, una connessione che trascende il tempo.