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Ed Sheeran. Sì, proprio lui. La superstar che ha il potere di far piangere anche il più duro dei cuori, ha appena sfornato “Sapphire”. E come se non bastasse, questo pezzo è un inno alla connessione e alla gioia che, a dirla tutta, sembra più un tentativo di riempire quel vuoto esistenziale che ci attanaglia tutti. Con il suo pop esplosivo e influenze interculturali che sprizzano da ogni nota, “Sapphire” è destinato a diventare il tormentone dell’estate 2025, ma siamo davvero pronti a questo ennesimo assalto sonoro? Vediamo di capirlo insieme, perché la realtà è che Sheeran non si ferma mai e, a volte, la sua incessante produzione lascia un certo sapore di déjà vu.
Un viaggio sonoro che fa discutere
“Sapphire” è una celebrazione dell’amore che supera i confini. Ma chi ha davvero voglia di essere travolto da questa retorica? Con una voce che ricorda un crooner in difficoltà, Sheeran si avvale di percussioni sud asiatiche e cori che, francamente, sembrano più un collage di suoni messi insieme a caso. E non dimentichiamo il sitar suonato dall’illustre Arijit Singh, che certamente non ha bisogno di presentazioni. Ma perché si sente il bisogno di mescolare tutto questo? Forse perché l’amore, come il sesso, è un tema universale. Ma, alla fine, è solo un’altra canzone che cerca di farci credere che possiamo trovare la nostra anima gemella ballando su una spiaggia. Che sciocchezza.
La dichiarazione di Sheeran: creatività o marketing?
Ed Sheeran ha avuto il coraggio di dire che “Sapphire” è stata la prima canzone completata per il suo nuovo album “Play”. Un’illuminazione, dice. Ma a chi importa? Ha deciso di terminare il processo di registrazione a Goa, circondato dai “migliori musicisti indiani”, come se questo potesse giustificare il prodotto finale. E ora, mentre si vanta di aver coinvolto Arijit in questo viaggio musicale, ci si chiede se sia davvero una collaborazione o solo un modo per attirare più fan. La versione in punjabi in arrivo ci farà sicuramente ridere, perché, diciamolo, chi non ama un buon mix di lingue e culture per dare un po’ di sapore a una canzone banale?
Il video musicale: un viaggio tra cliché e luoghi comuni
Il video di “Sapphire”, diretto da Liam Pethick, mostra Ed che canta all’alba su un tetto. Ma che novità! Poi, si avventura in vari scenari, dalle spiagge tranquille ai mercati affollati. Ma in fondo, cosa c’è di così originale? La sua avventura è un viaggio nel cliché più totale, con il cameo dell’onnipresente Shah Rukh Khan che non fa altro che aggiungere un po’ di glitter a un prodotto che già brilla di luce propria – o forse no. L’incontro con Arijit in studio e la visita alla scuola di musica di A.R. Rahman sono solo tentativi di dare profondità a un video che, onestamente, sembra più un’inserzione turistica che una vera opera d’arte.
Il ritorno con “Play”: un nuovo capitolo?
Con l’uscita del suo nuovo album “Play” il 12 settembre 2025, Sheeran si propone di intraprendere una nuova fase artistica. Ma chi può dire se sia davvero così? Dopo la serie di successi matematici, ora si tuffa in un mix di suoni indiani e persiani mescolati con la tradizione folk irlandese. Ma non è solo una mossa per rimanere rilevante in un mondo musicale in continua evoluzione? Forse. Il rischio di cadere nel baratro della banalità è alto, eppure, con la sua penna da cantautore, Sheeran promette ballate che potrebbero farci piangere. Ma a che prezzo?
Concerti sold out: il trionfo di un artista?
Infine, Sheeran ha annunciato tre concerti sold out al Portman Road di Ipswich. Ma davvero bisogna festeggiare? Con ospiti speciali come Myles Smith e Tori Kelly, il primo concerto si svolgerà l’11 luglio. E mentre i fan si affollano, ci si può chiedere se questo sia davvero un ritorno trionfale o solo un modo per vendere biglietti e riempire le tasche. Ogni biglietto venduto contribuirà a una nuova iniziativa di finanziamento per il settore musicale, ma chi può dire se questo gesto sia sincero o solo un modo per lucrare su una passione che, nel profondo, è sempre più commerciale?
In un mondo dove la musica ha perso parte della sua autenticità, ci si chiede: Ed Sheeran è davvero un artista innovativo o solo un giocoliere della popolarità? E la risposta, come spesso accade, è aperta a interpretazioni. La musica può essere un rifugio, ma a volte sembra più una prigione dorata. Che ne pensate, lettori?