Scopri l’album che esplora la vita attraverso i suoni metallici

Non crederai mai a come i Matmos abbiano trasformato suoni metallici in una riflessione profonda sulla vita e sulla morte.

Hai mai pensato a cosa accadrebbe se, a un passo dalla morte, potessi rivivere ogni istante della tua vita come in un film? Questo è il concetto che ha ispirato i Matmos nel loro ultimo album, ‘Metallic Life Review’. Un vero e proprio viaggio sonoro che non si limita a esplorare l’universo dei suoni metallici, ma ci invita a riflettere su ciò che significa realmente esistere. Con un mix di influenze e innovazioni, l’album raccoglie suoni che il duo ha collezionato nel corso della sua carriera, dal fruscio di una cerniera arrugginita ai rintocchi delle campane. Ma cosa rende questo lavoro così speciale e affascinante? Scopriamolo insieme!

1. Il potere del suono metallico

Il duo, composto da Drew Daniel e M.C. Schmidt, ha sempre avuto un occhio attento per i dettagli sonori. Con ‘Metallic Life Review’, riescono a trasformare oggetti quotidiani in strumenti musicali, creando un arazzo sonoro che racconta storie. Ogni suono, dalla crepa di una porta alle vibrazioni di un tamburo, si intreccia in un racconto sonoro avvincente. I Matmos si ispirano a band come gli Einstürzende Neubauten, noti per il loro approccio sperimentale, ma riescono a dare un tocco di melodia e sensibilità, rendendo l’album accessibile anche a chi non è avvezzo alla musica avanguardistica.

Pensa al brano ‘Norway Doorway’: inizia con il suono di una porta che scricchiola e, man mano che si sviluppa, si trasforma in una melodia quasi sensuale. La vera magia sta nella capacità di contestualizzare il suono, facendolo evolvere in qualcosa di completamente diverso pur mantenendo la sua essenza. Questo gioco di trasformazione è un elemento chiave nell’intero album, che riesce a fondere l’industriale con il melodico in un modo sorprendente. Non è affascinante come il suono possa raccontare storie e generare emozioni?

2. Un viaggio auto-riflessivo

Il concetto di ‘life review’, ovvero quella rassegna della propria vita che si dice accada prima di morire, è il filo conduttore di questo lavoro. I Matmos non si limitano a esplorare suoni; cercano di narrare una storia. Ogni traccia diventa una riflessione sui momenti significativi della loro carriera, sui legami e le influenze che hanno plasmato la loro musica. La title track, della durata di 20 minuti, si snoda in una composizione complessa e variegata, registrata in studio con un approccio organico e non digitale, rompendo con la rigidità delle produzioni elettroniche moderne.

Questa scelta di registrazione rende il suono più vivo e autentico, permettendo ai musicisti di esprimere la propria vulnerabilità. È un tributo non solo alla musica, ma anche alle esperienze condivise e ai ricordi che essa evoca. La recente perdita di figure importanti nel mondo musicale ha aggiunto un significato profondo a questo progetto, spingendo i Matmos a riflettere su ciò che significano le loro opere e su come queste possano servire da memoriale per gli artisti che hanno amato. Ti sei mai chiesto come la musica possa rappresentare la memoria di chi non c’è più?

3. L’innovazione come filo conduttore

I Matmos hanno sempre spinto i confini della musica, e ‘Metallic Life Review’ non fa eccezione. La loro capacità di combinare suoni non convenzionali con una composizione tradizionale crea un’atmosfera unica. L’album è un viaggio attraverso texture sonore, dove ogni traccia offre una nuova scoperta. In ‘Steel Tongues’, ad esempio, il suono di una porta di cimitero diventa una melodia delicata, mentre le vibrazioni di strumenti a percussione aggiungono profondità e complessità. Questo approccio non solo intrattiene, ma invita l’ascoltatore a esplorare il significato dietro i suoni.

In un mondo dove la musica può spesso sembrare superficiale, i Matmos ci ricordano che la profondità e la riflessione possono coesistere con l’innovazione e la creatività. ‘Metallic Life Review’ è più di un semplice album; è un’esperienza sensoriale che ci invita a riflettere su ciò che significa essere vivi, su come i suoni possano raccontare storie e su come la musica possa fungere da ponte tra il passato e il presente. Non sarebbe bello poter rivivere ogni nota e ogni emozione?

Scritto da Redazione

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