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Ah, la vita da rockstar… chi non sogna di essere acclamato dal pubblico, di urlare in un microfono e di sentirsi Dio per una sera? Ma dietro le luci scintillanti e il sudore che cola, ci sono sacrifici e lotte interiori. Prendiamo ad esempio JT Cavey, il frontman degli ERRA, che da anni si destreggia tra le grida e le emozioni del metalcore progressivo. Entrato nel gruppo nel 2016 con l’album Drift, ha subito messo a ferro e fuoco i palchi, con brani come Skyline e Irreversible.
Il passato che ritorna
Ma chi è questo JT? Prima di diventare la voce grintosa degli ERRA, ha guidato i Texas In July, una band di metalcore della Pennsylvania. E non è finita qui: nel 2021, ha deciso di tornare con i suoi vecchi compagni, gestendo un doppio impegno che farebbe impallidire chiunque. Ma si sa, il mondo della musica non è un letto di rose, e chiunque voglia avere successo deve essere pronto a incassare colpi e rialzarsi, proprio come un pugile sul ring.
Il palco: un campo di battaglia
Quando si parla di performance, Cavey non scherza. Un mostro sul palco, usa il cappellino da baseball come una sorta di scudo contro la folla, mentre si lancia in un mix di energia e adrenalina. Ma attenzione, non è solo una questione di dare il massimo; è anche una questione di strategia. “A volte mi lascio trasportare troppo dall’eccitazione,” confessa. E chi può biasimarlo? Una folla che urla, luci che abbagliano e un microfono in mano sono una ricetta esplosiva.
Le origini di un urlo
Se pensate che tutto sia iniziato con il suo ingresso negli ERRA, vi sbagliate di grosso. A 11 anni, JT si è imbattuto nei Disturbed e ha trovato la sua vocazione. Un amore al primo ascolto che ha acceso una fiamma che non si è più spenta. E mentre i suoi coetanei ascoltavano pop e rock leggero, lui si immergeva nel mondo di Bury Your Dead e Killswitch Engage, registrando vocal covers nel suo scantinato. E se i vicini si lamentavano? Beh, JT ha semplicemente imparato a sincronizzarsi con il loro orario di sonno.
La chiave del successo: l’enunciazione
Ma cosa rende JT così speciale? La sua priorità numero uno è l’enunciazione. In un genere dove le parole spesso si perdono tra growl e scream, lui si distingue per la chiarezza. “Volevo che le parole fossero le più udibili possibile, mantenendo comunque l’intensità e la grinta del mio stile,” afferma. Un approccio che sfida le aspettative del genere, dove molti preferiscono l’oscurità al significato.
Un artista a tutto tondo
Nel video che segue, JT esplora vari aspetti della vita in tour: come gestire il mal di gola, rituali pre-show e la sua prima esperienza sul palco. Ma la vera domanda è: è tutto oro quello che luccica? La risposta è no. Ogni artista ha le sue lotte e le sue storie, e JT non fa eccezione. Ma alla fine, chi se ne frega? A chi importa realmente delle difficoltà quando il risultato è un album come Cure, uscito lo scorso anno?
La vita on the road
Prossimamente, JT e gli ERRA saranno in tour con gli Architects. E mentre i fan si preparano a esplodere di gioia, lui continuerà a dare il massimo, affrontando ogni concerto come se fosse l’ultimo. E voi, siete pronti a seguirlo in questo viaggio? O forse preferite rimanere a guardarvi il palmo della mano?