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Il mondo della musica è in fermento e, come sempre, ci si aspetta che le star brillino, ma a volte brillano anche per le ragioni sbagliate. È partito il Marracash Live 2025 e, nonostante le promesse di uno spettacolo che dovrebbe essere epico, ci si interroga su cosa significhi davvero “alzare l’asticella” in un panorama musicale già saturo di eventi. La tournée, che ha fatto tappa a Napoli il 10 giugno, non è altro che una rampa di lancio per un rapper che sembra aver bisogno di un battage pubblicitario costante per mantenere alta l’attenzione. Eppure, ci sono domande inquietanti da porsi: questo tour è veramente un’innovazione o solo un modo per spillare soldi ai suoi fan?
Il tour e le sue tappe infuocate
Dopo il successo di Marrageddon, Marracash si lancia in un tour che promette di essere un’opera d’arte visiva, ma chi non è stanco di spettacoli pomposi e di scenografie strabilianti che mascherano una mancanza di sostanza? Il tour è iniziato il 6 giugno 2025 a Bibione e si è spostato in diverse città, culminando in uno show allo Stadio San Filippo di Messina il 5 luglio. Ma, davvero, ha senso che un artista debba riempire palazzetti e stadi con il solo scopo di confermare il proprio ego?
La scaletta include i suoi successi, ma non possiamo ignorare il fatto che, tra effetti speciali e ballerini, c’è il rischio di perdere di vista il messaggio reale della musica. Marracash ha diviso lo show in sei capitoli, ma quante volte ci è capitato di assistere a spettacoli che somigliano più a un film di serie B che a un concerto dal vivo? Ecco, il conflitto tra Fabio e Marracash potrebbe essere una metafora per il caos che regna quando l’artista mette il suo ego prima della sua arte.
L’illusione di un’epica narrazione
Il fulcro dello show è l’intenso legame tra il pubblico e l’artista, ma è davvero così? O è solo una farsa ben orchestrata per vendere biglietti? Marracash ci propone un viaggio che, a suo dire, esplora la connessione tra l’artista e l’uomo, ma il rischio è che diventi solo un’altra scusa per non affrontare i veri temi della sua musica. La voce di Matilda De Angelis, che guida il pubblico attraverso l’evento, è solo un’ulteriore prova di quanto questo show sia costruito su una narrativa che potrebbe anche essere scritta da un robot.
E Madame, l’ospite che si esibisce in tutte le tappe, è davvero necessaria? Certo, la sua arte profonda si fonde con i temi di Marracash, ma non è che stiamo cercando di riempire i buchi di un racconto che potrebbe non avere un vero senso?
Un viaggio distopico e la realtà della musica
La presentazione del tour è accompagnata da un trailer che ricorda più una pubblicità di un film di fantascienza che una promozione musicale. Con l’idea di “Monitoraggio Interiore per la Neutralizzazione del Distacco”, Marracash sembra volerci dire che stiamo perdendo il contatto con la realtà. O forse è lui a cercare di distaccarsi dalla realtà? La presenza di Mind Industries, un’entità fittizia, è un colpo di genio o solo un tentativo disperato di mascherare la mancanza di contenuto?
Il rapper ha affermato che “Marra Stadi25 è il live più importante della mia vita”, ma non è ora di smettere di glorificare un evento che, alla fine, è solo un’altra esibizione musicale? La sua affermazione di voler “mettere a nudo” se stesso è solo un modo per proporsi come il messia del rap italiano, eppure il pubblico è stanco di idolatrie vuote e promesse non mantenute.
In un mondo in cui la musica dovrebbe riflettere la vita, ci si aspetterebbe una maggiore autenticità. Invece, ci troviamo di fronte a un artista che, pur avendo talento, sembra più interessato a costruire un impero personale che a connettersi sinceramente con il suo pubblico.
E alla fine, ci si chiede: l’arte è ancora arte quando diventa solo un business?