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È un mondo marcio quello della musica, eppure sembra che a pochi interessi davvero. Capo Plaza, con il suo nuovo singolo “Non basta mai”, cerca di risollevarsi da un contesto stagnante, ma sarà davvero sufficiente? Uscito il 13 giugno, il pezzo si presenta come una boccata d’aria fresca, ma come sempre, in questo ambiente, ci si deve chiedere: quanto durerà questa illusione?
Un trio d’oro?
Capo Plaza si fa accompagnare da Tony Effe e Bresh, formando un trio che vanta una collezione di 142 Dischi di Platino e 59 Oro. Ma, scusate, chi se ne frega di questi numeri quando, alla fine della fiera, è il contenuto che conta? La produzione è affidata a Sick Luke e Ava, due nomi che fanno sempre discutere. La domanda è: sono davvero geni o solo abili opportunisti nel gioco della musica?
Un’estate da protagonisti?
Il brano ha un potenziale estivo indiscutibile, ma chi può dirlo con certezza? Capo Plaza ha dimostrato di saper muoversi tra hit radiofoniche e credibilità street, eppure ci si chiede: è solo un abile manipolatore del mercato musicale o c’è sostanza dietro questa facciata? La sua recente certificazione triplo platino per l’album “Ferite” è un segno, ma non è un po’ troppo facile ricevere applausi in un’industria dove la superficialità regna sovrana?
Rivelazioni e ferite
Con “Ferite”, Capo Plaza si è finalmente aperto, mostrando le sue cicatrici. Ma, ha davvero il coraggio di affrontare il suo passato? La cover dell’album è una dichiarazione, eppure si può leggere tra le righe una certa avarizia nel voler esorcizzare il dolore attraverso la musica. La fusione tra trap, urban e pop è un tentativo di rimanere rilevante, eppure ci si chiede: quanto di questo è genuino? Le collaborazioni con Mahmood, Annalisa e Anna sono un modo per allargare il pubblico o un disperato tentativo di rimanere a galla in un mare di artisti mediocri?
Il gioco dell’industria musicale
In un panorama musicale dove la competizione è feroce, Capo Plaza sembra avere il suo posto garantito. Ma a quale prezzo? I dischi di Platino non sono una garanzia di talento, ma piuttosto un riflesso della strategia marketing di un artista. E, mentre molti applaudono, ci si deve chiedere: siamo davvero disposti a celebrare l’ovvio, o è giunto il momento di chiedere più sostanza e meno facciata? Il mondo della musica è un palcoscenico, e i protagonisti sono solo attori che recitano la loro parte. E voi, siete pronti a smettere di applaudire per ciò che non merita?