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Se pensate che la musica sia il modo migliore per affrontare le crisi esistenziali, vi sbagliate di grosso. Eno e Wolfe, con i loro nuovi album, Luminal e Lateral, tentano di esplorare emozioni che neanche sanno definire. Cosa c’è di più comico che provare a dare un senso a sentimenti che non hanno parole? Ma, ehi, chi non ama un po’ di confusione musicale? Certo, nei loro lavori si parla di duende e eudaimonia, ma alla fine sono solo melodie che si perdono nel vuoto.
Un viaggio tra emozioni e banalità
La premessa è chiara: Eno e Wolfe vogliono farci provare emozioni complesse. Ma, come possiamo prendere sul serio due artisti che sembrano più interessati a creare la colonna sonora di un sogno interrotto? La realtà è che le loro canzoni si muovono attraverso melodie semplici e ripetitive, come se stessero cercando di farci addormentare piuttosto che di risvegliare i nostri sentimenti. E forse, in fondo, questo è il loro talento: farci sentire bene mentre ci raccontano delle loro solitudini.
La dolcezza del vuoto
Luminal è un esempio perfetto di questo approccio. Le melodie oniriche e le voci eteree di Wolfe sono come caramelle zuccherate: dolci, ma senza sostanza. Non c’è niente di più brutto che ascoltare canzoni che parlano di solitudine mentre la voce dell’artista ti sussurra “tutto andrà bene” con un sorriso. La contraddizione è lampante: si parla di tristezza, ma la musica è così leggera che sembra quasi una presa in giro. E, onestamente, a chi importa davvero?
Ripetizione e noia
Passando a Lateral, ci troviamo di fronte a un’ora di musica che si ripete come un disco rotto. Un’unica traccia che si sviluppa lentamente in otto parti, come se il duo volesse sfidarci a trovare il significato in quel mare di suoni indistinti. La verità è che, per quanto si sforzino di farci sentire, alla fine rimaniamo intrappolati in un loop di note che non cambiano mai. Ecco, questo è il loro modo per dirci che, a volte, la vita è solo una serie di ripetizioni senza fine.
Un’illusione di profondità
Nonostante tutto, c’è qualcosa di affascinante nel modo in cui Eno e Wolfe cercano di esplorare il cuore umano. Ma, che dire, le loro canzoni non riescono mai a toccarlo veramente. L’emozione espressa è così superficiale che ci si chiede se si stiano sforzando di trovarla o se, semplicemente, siano troppo impegnati a giocare con i suoni. Ecco, la vera domanda rimane: la musica è un rifugio o una prigione per le loro ansie? Forse un mix di entrambi.
La vera essenza della loro musica
In conclusione, Luminal e Lateral non sono altro che una rappresentazione di come l’arte possa essere tanto profonda quanto superficiale. E no, non stiamo parlando di una riflessione su quanto sia profondo il mare, ma di quanto possa essere vuota l’esperienza di ascoltare canzoni che promettono tanto e offrono poco. La musica di Eno e Wolfe può farci sentire bene, ma alla fine, non è altro che un dolce inganno. E chi lo sa? Magari è proprio questo il loro intento: darci un po’ di zucchero mentre affondiamo nei nostri pensieri più oscuri.