La musica contemporanea: tra follia e superficialità degli artisti

Un'analisi provocatoria della musica moderna e dei suoi protagonisti.

In un mondo dove la musica è diventata una merce usa e getta, ci si chiede se gli artisti siano realmente in grado di esprimere qualcosa di autentico. Non è raro vedere cantanti che sembrano più interessati a vendere un’immagine che a trasmettere un messaggio. Ma chi se ne frega? Ci sono cose ben più importanti, come il fatto che il gelato al cioccolato non è mai abbastanza freddo. E così, mentre il mondo brucia, i nostri beniamini continuano a cantare sulla loro vita vuota, con testi che non fanno altro che riflettere l’egoismo e l’avidità della società moderna.

Il trionfo dell’ignoranza

Prendiamo Che Noir, per esempio. Questa “divinità del rap” sembra avere un’ossessione per il suo quartiere e i suoi pari, eppure il suo rap è così carico di cliché che ci si potrebbe chiedere se non stia semplicemente girando in tondo. “I ragazzi del mio paese odiano” – ma chi se ne frega, Che? Il mondo è pieno di gente che odia, e alla fine della giornata, chi lo ascolta davvero? Non sarebbe meglio se ci raccontassi una storia che valga la pena di essere ascoltata? Ma no, meglio rimanere nel limbo della mediocrità, dove i riflettori brillano e le verità scomode restano sepolte.

La comicità grottesca del mondo musicale

Poi abbiamo Louie Ray, il cui repertorio è un inno alla stupidità. Con titoli di brani come “Coochie” e “Investigate the Coochie”, ci si aspetterebbe un po’ di autoironia, ma invece si ottiene un cocktail di superficialità e mancanza di creatività. È come se avesse deciso di cavalcare l’onda della volgarità per attrarre l’attenzione – e indovinate un po’? Ci riesce! Ma alla fine, cosa ci resta? Un sacco di risate forzate e una fame insaziabile di contenuti più significativi.

La nuova generazione e le sue ossessioni

Lucki Eck$ è un altro esempio di questa generazione di artisti che si affannano a dimostrare quanto siano “cool”. La sua musica è una miscela di melodie tristi e testi che parlano di esperienze autodistruttive. Ma chi ha bisogno di una storia quando hai un video pieno di effetti speciali e auto costose? E, per favore, chi ha mai pensato che l’idea di pagare 6.000 euro per una giacca fosse una buona idea? Ma certo, è solo un’altra mossa per guadagnare punti in un gioco che nessuno sta vincendo davvero.

Allora, che dire della nostra amata Jaclynn, la regina del phonk? La sua arte di copertina è un chiaro esempio di come la musica possa essere una facciata per qualcosa di più profondo – o forse no. Perché, alla fine, chi si preoccupa di cosa ci sia dietro il glitter e gli effetti visivi? Meglio ridere e godersi il momento, anche se questo momento è vuoto e privo di sostanza.

Conclusioni? Niente affatto

In un panorama musicale che sembra più un circo che un palcoscenico, ci si chiede se ci sia ancora spazio per la vera arte. Ma chi se ne frega? La musica continuerà a scorrere e noi saremo qui, a guardarci indietro e a chiederci come diavolo siamo arrivati a questo punto. E mentre i nostri “eroi” continuano a far soldi e a riempire stadi, noi possiamo solo sperare che un giorno qualcuno decida di alzare la voce e dire basta a questa farsa. Ma, per ora, godiamoci il caos, perché alla fine, che altro ci rimane da fare?

Scritto da Redazione

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