King Gizzard & the Lizard Wizard: l’album che amplifica il caos musicale del 2025

Dallo psichedelico al pop, la musica esplode in nuove dimensioni.

In un mondo dove il caos regna sovrano, ci si aspetterebbe che la musica fosse un rifugio, ma a quanto pare, certe band riescono solo a intensificare il disastro. King Gizzard & the Lizard Wizard, con il loro 27° album, Phantom Island, non fa eccezione. Questo disco è un trip psichedelico che mescola rock morbido, disco, prog e un pizzico di folk, come se avessero deciso di buttare tutto in un frullatore e sperare per il meglio. Ma chi siamo noi per giudicare? Forse si tratta solo di un altro tentativo di dimostrare che anche il delirio può essere celebrato.

Un viaggio tra le note

Lo sapevate che l’Australia è famosa per i suoi canguri, ma ora anche per questi giullari del rock? Phantom Island è un parco giochi sonoro, ma non lasciatevi ingannare dalla sua facciata festosa. La band si diverte a nascondere tra le melodie esaltanti delle liriche che fanno riflettere, come se volessero dirci qualcosa di profondo mentre ci trascinano in una danza folle. Eppure, c’è qualcosa di inquietante, quasi disturbante, nel modo in cui riescono a rendere tutto così… leggero. È una sorta di paradosso che fa venire voglia di dire: “Ma davvero?”

Se Amaba Así: un’altra prospettiva

Passiamo ora a Buscabulla, il duo portoricano che con il loro secondo album Se Amaba Así, si concentra su come vediamo il passato. Ma chi ha tempo per riflessioni profonde quando si può semplicemente ballare? “El Camino” ci porta in un viaggio romantico, mentre “Te Fuiste” ci invita a perderci in una melodia che potrebbe farci dimenticare ogni problema, almeno fino al momento in cui ci rendiamo conto che il nostro ex sta ballando con qualcun altro. Ecco, il romanticismo è bello, ma non fatelo diventare un’ossessione. Non siamo qui per piangere su un chiodo fisso.

La malinconia di Maiya Blaney

Maiya Blaney con A Room With a Door That Closes, ci regala una lettera d’amore alla sua tristezza. Ma, ditemi, chi ha voglia di piangere? I suoi brani, con melodie che si intrecciano tra chitarre acustiche e ritmi malinconici, sono perfetti per quei momenti in cui si vuole riflettere sulla vita, magari mentre si guarda fuori dal finestrino di un autobus. Eppure, nonostante la sua tristezza, c’è qualcosa di irresistibile nel modo in cui riesce a farci innamorare della sua musica, anche quando ci fa sentire come se stessimo affogando in un mare di lacrime.

Ritmi esplosivi di Skaiwater

Ma non possiamo dimenticare Skaiwater, che sembra non fermarsi mai. Con il suo EP PinkPrint 3, il rapper britannico mescola elettronica glitch con R&B alternativo, come se fosse in una corsa per vedere chi può creare il brano più scintillante. La sua musica è un viaggio, ma una domanda sorge spontanea: è davvero necessario? La risposta è probabilmente no, ma chi se ne frega! Siamo qui per divertirci, giusto?

La maturazione di Lil Tecca

Se Lil Tecca nel 2019 era solo un ragazzino, oggi è un uomo e la sua musica riflette questa evoluzione. Con Dopamine, ci porta in un viaggio in cui gioca con melodie e ritmi, ma sempre con quel tocco di spensieratezza che ci fa sorridere. E sì, c’è anche una citazione a un classico degli anni ’70, perché perché non mescolare il vecchio con il nuovo? A volte, la nostalgia è tutto ciò di cui abbiamo bisogno, anche se ci fa sentire un po’ più vecchi.

Il sogno di Brandee Younger

Infine, Brandee Younger con Gadabout Season ci invita a perderci in un mix di jazz leggero e R&B. È come se volesse farci dimenticare i nostri problemi, mentre ci guida attraverso un viaggio di scoperta personale. Ma non fatevi ingannare: anche nei momenti più leggeri, la vita ha il suo modo di colpirci, e la musica può essere sia una cura che un rifugio.

Quindi, mentre ci perdiamo in questo mare di suoni e ritmi, ci chiediamo: davvero abbiamo bisogno di tutto questo? Forse, ma alla fine, chi lo sa? La musica è un viaggio, e ogni artista ci porta in una direzione diversa. E noi? Noi siamo qui per seguirli, anche se a volte ci sentiamo un po’ persi lungo la strada.

Scritto da Redazione

Il Mondiale per Club: l’inno ‘Desire’ di Laura Pausini e Robbie Williams è davvero necessario?