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Il mondo della musica è sempre stato un rifugio per la ribellione, ma quando si tratta di Kim Gordon, possiamo dire che stiamo navigando in acque veramente torbide. La sua nuova versione della canzone “Bye Bye” non è solo un aggiornamento del suo repertorio, ma un vero e proprio manifesto contro l’amministrazione Trump. Mentre molti artisti si limitano a cantare dolci melodie d’amore, lei si lancia in un attacco frontale, riscrivendo i testi per includere tutte le parole che il presidente ha “bandito” dalla sua lingua. Sì, avete capito bene, Gordon ha deciso di fare del suo meglio per sventolare il vessillo della protesta a suon di musica, e chi se ne frega delle melodie melense.
Bye Bye 25!: La musica come arma di protesta
In un’epoca in cui i politici sembrano avere più paura delle parole che delle pallottole, Gordon ha riscritto il suo brano per riflettere un clima politico sempre più opprimente. Il risultato? Una canzone che non è solo un pezzo musicale, ma un grido di guerra. “Bye Bye 25!” è un mix di ironia e indignazione, dove frasi come “cambiamento climatico” e “diritti delle donne” si mescolano in un cocktail esplosivo di frustrazione. E chi l’avrebbe mai detto che dietro quella faccia di pietra si nascondesse un’anima così ribelle?
La genesi di un’incredibile protesta
Gordon ha raccontato che l’idea di rielaborare la canzone è venuta da un confronto con il produttore Justin Raisen. Mentre molti di noi si crogiolano nel nostro piccolo mondo, i due hanno deciso di mettere in campo un progetto che non fosse solo musica, ma anche un atto di accusa. “Ho pensato di usare parole che Trump ha sostanzialmente bandito. Parole che, se incluse in un progetto di ricerca o in una proposta di sovvenzione, verrebbero scartate. Non è ironico? Trump crede nella cultura della cancellazione, ma in modo totalmente distorto”, ha dichiarato Gordon. E che dire, lei ha ragione: se non si può nemmeno parlare del cambiamento climatico, cosa ci resta da dire?
Proteste a vista d’occhio
Il singolo arriva giusto in tempo per le manifestazioni chiamate “No Kings”, in programma il 14 giugno. E non pensi che sia solo un bel gesto. I proventi delle vendite di “Bye Bye 25!” e di una maglietta promozionale saranno devoluti a Noise for Now, un’organizzazione che si batte per i diritti riproduttivi. Insomma, Gordon non sta solo suonando la sua musica, ma sta anche facendo la sua parte per cambiare le cose. E mentre altri si limitano a postare sui social, lei scende in campo come una vera guerriera.
Riconoscimenti e successi futuri
Non dimentichiamo che sia “Bye Bye” che il suo album “The Collective” sono stati nominati per i Grammy nel 2025. E non è un traguardo da poco, considerando che Gordon non era mai stata in corsa per un premio del genere prima d’ora. A parte il fatto che nessuno dei Sonic Youth ha mai avuto questa opportunità. Ma, come se non bastasse, l’album ha anche ricevuto una deluxe edition digitale con nuove tracce. Insomma, Gordon ha tutte le carte in regola per far sentire la sua voce nel panorama musicale.
Una canzone per riflettere
In un momento in cui la cultura della cancellazione sembra dilagare, Gordon svela un messaggio chiaro: non ha intenzione di tacere. E mentre la sua musica fa da colonna sonora a una rivolta, noi spettatori ci troviamo a riflettere su quanto possa essere potente la musica come strumento di cambiamento. Quindi, la prossima volta che ascolterà “Bye Bye 25!”, si chieda: è solo musica o è un vero e proprio atto di disobbedienza? La risposta è nelle note.