Guernica: un viaggio nella disillusione musicale dell’Italia moderna

Guernica è un album che esplora la disillusione dell'Italia moderna attraverso la musica di Pretty Riky e The Musher.

In un’Italia stravolta dalla superficialità e dall’intrattenimento vuoto, Guernica emerge come un’amara riflessione su una società che sembra aver perso di vista il suo stesso significato. Stiamo parlando di un Paese dove la verità viene silenziata, dove la rabbia si assopisce in un letargo di like e filtri. Ma, oh, che bel panorama! Torino, la città che non si fa bella per il pubblico, ma che mostra le cicatrici della sua esistenza, è il palcoscenico di questo dramma. I portoni chiusi, i sogni abbandonati nei vicoli, e quelle anime che lottano tra tram rotti e bar che si svegliano all’alba, raccontano di una bellezza che è tutto fuorché perfetta.

Il suono di una ribellione

Pretty Riky e The Musher rappresentano più di un semplice duo musicale; sono i portavoce di un’idea di hip hop che va oltre l’autoreferenzialità. In un mondo dove il mercato impone schemi e trend, loro si ribellano, portando la musica direttamente nelle strade, in jam session che sfidano le norme. Chi ha bisogno di una sala elegante quando si può respirare l’aria di una città, sentire il battito della vita pulsante intorno a sé? E non ci si stupisca se in questo percorso si mescolano generi, dal rock al soul, dall’elettronica al jazz. È un laboratorio di suoni, un continuo scambio di energie che mantiene viva la passione.

La verità che urla

La loro musica non è solo intrattenimento; è una forma di resistenza, un atto politico e personale che punta alla verità. Non si tratta di confezionare un prodotto vendibile, ma di esprimere il caos di un’anima tormentata. “Non ci svegliamo la mattina dicendo ‘oggi creiamo cultura’”, affermano. E chi potrebbe biasimarli? Scrivere è per loro una necessità, non un mestiere da cui sperare riconoscimenti. La vera responsabilità è verso l’autenticità, verso un’espressione genuina che non ha bisogno di un algoritmo per esistere.

L’illusione dell’underground

Oggi l’underground è diventato un’etichetta da attaccare su un prodotto di nicchia, un modo per apparire alternativi mentre si mangia a tavola con i potenti. Non c’è più vera distinzione; si parla di numeri e follower, mentre la vera essenza di un movimento è stata digerita e omologata. “Se esiste ancora, è solo una questione di numeri”, dice. La fame, la postura, il linguaggio ruvido che una volta caratterizzava l’underground è scomparso, sostituito da una strategia di marketing che cerca di imitare la purezza.

Uniti nella differenza

Il loro rapporto con l’industria musicale è paragonabile a quello di due estranei che si incrociano ai funerali, con un sorriso forzato e uno sguardo di sfida. Non hanno mai cercato di adattarsi, e questo li ha resi unici. Lavorano con un’etichetta indipendente, non perché sia trendy, ma perché amano la loro libertà. Non si piegano alle richieste del mercato e non si adattano ai suoni del momento. “Preferiamo costruirci il nostro tavolo”, affermano con una brachicardia che fa tremare le fondamenta del sistema. E chi ascolta, lo percepisce.

Indipendenza come atto di resistenza

Nel 2025, essere indipendenti non significa fare tutto da soli, ma scegliere ogni singolo passo del proprio cammino. Non si chiede permesso a nessuno. Non si traduce la propria verità in un linguaggio vendibile, non si piega il suono alle mode. L’indipendenza è una resistenza all’omologazione emotiva. È un abbraccio alla complessità, un rifiuto della semplificazione. “Essere se stessi è già un miracolo”, e se si deve fallire, almeno si avrà la dignità di una caduta personale, non imposta da altri. Guernica è, in fin dei conti, il rumore che fa la verità quando non trova più spazio per essere sussurrata.

Un invito a riflettere

In questo scenario, Guernica non è solo un disco. È un manifesto, una dichiarazione di intenti. È un invito a fermarsi, ad ascoltare e a riflettere su ciò che ci circonda. Un grido di verità che risuona in un’Italia che fatica a trovare il suo posto nel mondo. E mentre il mondo sembra correre, chi ha il coraggio di fermarsi e ascoltare sarà ricompensato con un’esperienza unica, un viaggio attraverso le ferite e le speranze di un Paese che, malgrado tutto, continua a resistere.

Scritto da Redazione

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