Drained strands: l’ultimo viaggio sonoro di Wrecked Lightship

Scopri il mondo sonoro di Wrecked Lightship e il loro ultimo album, Drained strands, un'esperienza che sfida le convenzioni musicali.

Quando Laurie Osborne e Adam Winchester si uniscono come Wrecked Lightship, il risultato è un’esperienza musicale che trascende le etichette di genere. I due DJ, originari di Berlino, hanno una lunga carriera alle spalle, caratterizzata da un’eterogeneità di stili che spazia dal dubstep al techno, dal breakbeat al garage. Con il loro nuovo album, Drained strands, la coppia dimostra di saper mescolare influenze diverse creando un’atmosfera unica, che invita l’ascoltatore a esplorare territori sonori inediti.

Un’evoluzione sonora

Il primo album di Wrecked Lightship, pubblicato lo scorso anno, si concentrava su una visione più astratta della musica elettronica. Drained strands, invece, propone una base ritmica più marcata, incorporando trame sonore che si fondono in un mix avvolgente e ipnotico. Immaginate l’elettronica di Kenny Larkin, arricchita da rumori di fondo reminiscenti delle opere di Pole e da percussioni che richiamano il peso sonoro di Porter Ricks. Sebbene il ritmo possa sembrare più adatto a momenti di relax che a una frenetica dancefloor, le linee di basso fluttuanti e i hi-hat pungenti infondono un senso di urgenza e vitalità a ogni traccia.

Contrasti e fusioni musicali

Osborne si diverte a esplorare il contrasto tra l’imperfezione umana e la precisione meccanica. Questa dualità si manifesta in tracce come “Reeling Mist”, dove la melodia è definita chiaramente, ma è arricchita da segnali statici che si muovono lungo il brano, creando una sensazione di movimento e vibrazione. Al contrario, “Lagoon” porta l’ascoltatore in un abisso sonoro, con battiti downtempo che si mescolano a linee di basso potenti e avvolgenti, formando un paesaggio sonoro denso e immersivo.

Momenti di pura ambientazione

Nonostante la loro abilità nel costruire ritmi incalzanti, ci sono momenti in Drained strands in cui l’ambient si fa predominante. “Ultra Red” e “Somnium Sands” si concentrano su droni che si estendono per lunghi passaggi, creando un’atmosfera sospesa, quasi onirica. Questi brani, sebbene non privi di fascino, potrebbero risultare meno coinvolgenti rispetto alle tracce più ritmate. Tuttavia, fungono da pause contemplative in un viaggio sonoro altrimenti frenetico, permettendo all’ascoltatore di ricaricare le batterie prima di immergersi nuovamente nel vortice di suoni e ritmi.

Una continua scoperta

Wrecked Lightship riesce a trasmettere un senso di mistero, come se ogni traccia fosse un puzzle sonoro da scoprire. Con la loro capacità di giocare con le aspettative e di sfuggire a definizioni rigide, i due artisti continuano a trattare la musica dance come un’antica arte da svelare. Ogni ascolto di Drained strands rivela nuove sfumature, portando l’ascoltatore in un viaggio che è tanto emotivo quanto intellettuale.

Riflessioni finali

In un panorama musicale in continua evoluzione, Wrecked Lightship emerge come un faro di innovazione e creatività. Drained strands non è solo un album; è un’esperienza che invita a riflettere sulla dualità tra uomo e macchina, suono e silenzio. Con ogni nota e ogni battito, Osborne e Winchester ci ricordano che la musica è un viaggio, un’avventura che non finisce mai, sempre pronta a sorprenderci.

Scritto da Redazione

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