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Il Download Festival 2025 è passato alla storia, non solo per le sue performance indimenticabili, ma anche per le polemiche che hanno accompagnato alcuni artisti. Se pensate che tutto si svolga in un clima di pura musica e divertimento, beh, vi sbagliate di grosso. Qui si è respirato un mix esplosivo di adrenalina, provocazioni e, perché no, anche un po’ di follia, che ha tenuto i fan con il fiato sospeso.
Il trionfo controverso di Sleep Token
Iniziamo con i Sleep Token, che si sono ritrovati a ricoprire il ruolo di headliner in un contesto che ha lasciato molti a bocca aperta. Sì, perché sebbene la band sia salita alla ribalta in un lampo, il loro set di quindici canzoni è stato un vero e proprio viaggio mistico. Hanno aperto il concerto con “Look to Windward”, un pezzo che ha fatto calare il sipario su una scenografia da favola, con un castello di pietra che sembrava uscito da un sogno. E che dire dei giochi di luce? Roba da far girare la testa! Ma non hanno nemmeno avuto il coraggio di fare un bis, chiudendo con “Take Me to Eden”. Un finale che ha lasciato i fan a chiedersi: ma che fine ha fatto l’umiltà?
Korn, finalmente sul podio
E poi c’è Korn, che hanno conquistato il palco dopo ventuno anni dalla loro prima apparizione al festival. Jonathan Davis ha esordito con un “Are you ready?” che ha scatenato il pubblico, ma non prima di ricordarci i tempi in cui il festival si chiamava ancora Donington. L’ottica nostalgica non ha risparmiato nessuno, ma alla fine, con un set di diciotto canzoni e un’eco di successi come “Blind” e “Freak on a Leash”, il pubblico ha dimenticato i rancori passati. Ma davvero, ventuno anni per un headliner? Si fa fatica a crederci!
Green Day e la politica sul palco
Passiamo ora ai Green Day, che non possono fare a meno di infilarci la loro dose di politica. Con un Donald Trump impegnato in una parata militare dall’altra parte dell’oceano, Billie Joe Armstrong ha sparato a zero, definendo il governo Trump un regime fascista. Ma chi non si aspettava un po’ di polemica? E mentre il pubblico intonava “You Fat Bastard” in risposta a Trump, il set di ventuno canzoni ha incluso anche il nuovo ritornello di “American Idiot”. Sì, perché non c’è festival senza una spruzzata di provocazione!
Il debutto di President e le avventure in bagno
Non possiamo dimenticare l’esibizione della band misteriosa President, che ha fatto il suo debutto tra il pubblico entusiasta. Con solo cinque canzoni, hanno lasciato i fan a desiderare di più, ma non prima di presentare tre nuove tracce. E mentre ci si aspettava un grande spettacolo, il loro set è stato scarno di effetti speciali, giusto un podio con un logo al neon. La folla, però, ha cantato a squarciagola. Ah, il potere della musica!
Le raccomandazioni della polizia e i bagni da sogno
Infine, una nota divertente: la polizia locale ha avvertito i partecipanti di lasciare a casa i smartwatch. Ma perché? Perché questi aggeggi tecnologici avevano iniziato a mandare chiamate di emergenza a raffica, credendo che i fan nei mosh pit fossero in pericolo. Davvero, il caos regna sovrano! E per chi pensava che i bagni portatili fossero un incubo, una fan ha twittato entusiasta di aver trovato bagni con serrature e persino specchi. Finalmente!