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Max Jaffe, un nome di riferimento nel panorama jazz, presenta il suo ultimo lavoro intitolato You want that too!. Questo album rappresenta un’importante evoluzione artistica, essendo il primo progetto interamente sotto il suo nome dopo il trasferimento a Los Angeles. Jaffe ha trascorso quasi quindici anni immerso nelle scene sperimentali e jazzistiche di New York.
Jaffe si distingue per il suo approccio vigoroso e fluido alla percussione, descritto da colleghi come pittorico e gestuale. La sua esperienza con vari gruppi musicali, tra cui Elder Ones e JOBS, ha affinato il suo stile, rendendolo capace di navigare attraverso sonorità diverse con grande maestria.
Un’apertura sorprendente
Il brano di apertura, “Up top up”, incarna perfettamente il suo stile innovativo. Inizialmente, il pezzo si sviluppa lentamente, con melodie delicate di pianoforte e chitarra che si intrecciano. Tuttavia, Jaffe sorprende l’ascoltatore modificando il tempo e riducendo l’intensità, lasciando spazio a una struttura armonica che evoca un senso di inquietudine. La transizione verso un assolo di chitarra di Jeff Parker è un esempio lampante della capacità di Jaffe di creare tensione e rilascio all’interno della composizione.
Innovazione tramite la tecnologia
Jaffe è stato uno dei pionieri nell’uso della Sensory Percussion, una tecnologia che consente di trasformare i colpi sui tamburi in una varietà di suoni campionati. In You want that too!, questa tecnica viene utilizzata per esplorare nuove dimensioni sonore, fondendo i suoi interessi per la musica elettronica con il jazz tradizionale. Le composizioni sono caratterizzate da un costante mutamento, come se stessero attraversando un processo di metamorfosi continua.
Composizioni e collaborazioni
Tra i brani più significativi dell’album, “Looking at the inside of your eyelids” si distingue per la sua struttura melodica. Con un’atmosfera post-bop e una fusione di strumenti che si intrecciano come stelle nel cielo, il brano si sviluppa attraverso tre movimenti distinti, dimostrando la maestria di Jaffe nel guidare i suoi collaboratori. Altri brani, come “Ancestral creeks”, presentano un mix di elementi digitali e organici, creando un tessuto sonoro denso e coinvolgente.
Il ritmo al centro
La batteria di Jaffe, sia elettronica che acustica, è il fulcro attorno al quale ruotano le composizioni. I brani si aprono e si chiudono con sequenze percussive che invitano l’ascoltatore a immergersi in un’esperienza ritmica avvolgente. In particolare, le performance soliste come “S-nare” e “Zen and Pteent” mostrano la sua abilità nell’intessere texture e ritmi complessi, rendendo ogni pezzo unico.
Riflessioni finali
In You want that too!, Max Jaffe non solo presenta un album, ma crea un universo musicale ricco di esplorazioni. La sua affermazione che “i collaboratori raccontano la storia” evidenzia l’importanza delle interazioni musicali e delle scoperte collettive. L’album funge da mappa delle avventure artistiche intraprese, testimoniando la gioia di esplorare nuove sonorità insieme a talenti affermati.



