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Quando parliamo di musica, ci sono momenti e luoghi che lasciano un segno indelebile nel cuore degli artisti. Lo sa bene John Corabi, che recentemente ha condiviso la sua straordinaria esperienza nei leggendari FAME Studios di Muscle Shoals. Proprio lì, ha registrato il suo nuovo album con i The Dead Daisies, intitolato “Lookin’ For Trouble”, in uscita il 30 maggio. Un viaggio che non è solo musicale, ma anche una celebrazione di ricordi e connessioni che ogni artista vive lungo il proprio cammino.
I leggendari FAME Studios e un incontro speciale
Corabi non ha potuto fare a meno di emozionarsi mentre raccontava di quel momento unico in cui si è trovato nella cabina di registrazione. “Ricordo di aver acceso una sigaretta e sorseggiato del whiskey mentre cantavo in un vecchio microfono. Poi, guardando attraverso il vetro, ho visto una gigantesca foto di Aretha Franklin che cantava nello stesso microfono. È incredibile come la musica possa creare legami così forti nel tempo, non trovi?”
La sua passione traspare ad ogni parola, come un ragazzino che realizza di trovarsi nel posto giusto, al momento giusto. “Sono un musicista, sì, ma prima di tutto sono un fan. E per me, essere lì, in quel posto, è stato un sogno che si avvera. Ogni angolo di quegli studi è carico di storia”. La bellezza di queste parole risuona come una melodia, evocando l’immagine di un artista che non ha mai smesso di essere ispirato da chi lo ha preceduto.
Ricordi di concerti indimenticabili
Non si può parlare di Corabi senza menzionare la sua passione per i concerti e le performance dal vivo. Ha condiviso un aneddoto che lo ha segnato profondamente: la sua prima volta ai concerti dei Black Sabbath. “Avevo solo 13 anni, mio padre e mio zio mi portarono a vedere il concerto. Pagai 6,50 dollari. Risparmiavi ogni centesimo di carta per comprare quel biglietto. Ricordo che era così pesante e forte, un’esperienza che non dimenticherò mai”.
La risata contagiosa di Corabi mentre ricordava quell’uscita ci fa sentire come se fossimo con lui in macchina, mentre i suoi familiari lo interrogano divertiti. “Dopo lo show, quando sono salito in macchina, entrambi mi guardarono e dissero: ‘Hai fumato erba?’ Io, con un sorriso innocente, dissi di no. Ma poi, guardando il locale, le porte del Spectrum erano aperte e una nuvola di fumo si diffondeva nel cielo”. Un’immagine che parla da sola e che rende l’idea di quanto possa essere potente la musica dal vivo.
Un sogno che continua a realizzarsi
Corabi, con la sua incredibile carriera, non può fare a meno di riflettere su come sia incredibile essere riuscito a trasformare la sua passione in realtà. “È difficile da credere che da quel ragazzino di 13 anni sia diventato un musicista e che ora possa incontrare i miei idoli come Ozzy Osbourne. Ogni volta che li incontro, mi sembra di tornare indietro nel tempo”. La nostalgia per quei momenti, così intensi e pieni di significato, è palpabile nelle sue parole.
Ogni artista ha il proprio percorso, e per Corabi questo è un viaggio che continua, un’avventura che si arricchisce di nuovi capitoli e ricordi. La musica è un linguaggio universale, capace di unire generazioni e storie, e lui è solo uno dei tanti che, con passione e dedizione, contribuisce a scrivere questa storia senza fine.