Esplorando le sonorità di goat (jp) in Without References

Immergiti nel mondo sonoro di goat (jp) con la loro ultima opera, un'avventura musicale che sfida i confini.

Un nuovo approccio alla musica elettronica

Nel panorama musicale contemporaneo, goat (jp) si distingue per il suo approccio innovativo e originale. La loro ultima opera, Without References, frutto di una collaborazione con la coreografa belga Cindy Van Acker, offre un’esperienza sonora che sfida le convenzioni. L’album nasce da un’esigenza di esplorare la percezione mediata attraverso la danza e la musica, rendendo omaggio al compianto Mika Vainio, un importante collaboratore della Van Acker.

Ritmi e sonorità: l’arte della poliritmia

In Without References, Koshiro Hino e la sua band utilizzano strumenti tradizionali come chitarra, sax e basso, trasformandoli in strumenti ritmici. Questo approccio si allontana dalla precisione meccanica per abbracciare l’imprecisione creativa dell’esecuzione umana. Il risultato è un tessuto sonoro denso e articolato, dove i poliritmi si intrecciano in modo sorprendente, creando un’esperienza immersiva che coinvolge gli ascoltatori.

La composizione e la sua evoluzione

La composizione dell’album risale al 2020, periodo che segue l’uscita di Joy in Fear nel 2023. Con l’uscita di Without References, si percepisce un cambiamento significativo nelle texture musicali, che si distaccano dall’approccio più caldo e avvolgente di Rhythm & Sound del 2015. La partenza del batterista Tetsushi Nishikawa ha spinto Hino a esplorare nuove sonorità, ispirandosi ai timbri metallici del gamelan indonesiano e del kkwaenggwari coreano.

Un viaggio attraverso le tracce

Ogni traccia di Without References è una scoperta. La composizione “Orin”, ad esempio, si sviluppa lentamente, presentando una serie di toni metallici che si intrecciano in un gioco di relazioni sonore. La durata di dieci minuti permette all’ascoltatore di immergersi completamente, facendolo viaggiare attraverso impressioni e sensazioni che cambiano a seconda del punto di ascolto. Le campane che emergono nel terzo minuto aggiungono una dimensione ulteriore, creando un contrasto affascinante con i toni sottostanti.

L’arte della simmetria e dell’imprecisione

Un altro brano degno di nota è “Factory”, che inizia con un’ondata di clic monotoni, simile a un loop di Ableton. Tuttavia, la magia di goat (jp) sta nel rivelare le piccole variazioni che emergono dall’esecuzione umana, rendendo ogni ascolto un’esperienza unica. Questo brano esplora il confine tra l’algoritmico e l’umano, dimostrando che la fisicità e l’errore possono coesistere in modo armonioso.

Conclusioni: un’opera di creatività e innovazione

In sintesi, Without References è un’opera che evidenzia il potere della creatività attraverso la restrizione e l’innovazione. La band non si limita a trasformare ogni strumento in una macchina da battito, ma esplora anche composizioni più libere, come “G-H-S”, una dolce melodia di metallofono che riporta alla mente l’estetica del kankyō ongaku. L’album si conclude con “CR”, un’epifania sonora di gongs che si fondono in un unico corpo sonoro, dimostrando che, nonostante l’avanzamento tecnologico, la musica umana continua a riservare sorprese e profondità.

Scritto da Redazione

L’impatto duraturo di The Infamous dei Mobb Deep