Diciamoci la verità: il cambiamento climatico è divenuto un tema centrale in ogni discussione pubblica, ma si deve interrogare l’adeguatezza delle narrazioni presentate. Il re è nudo, e ve lo dico io: non tutto ciò che viene affermato è verità assoluta.
Secondo l’IPCC, l’organo delle Nazioni Unite per il clima, le temperature globali hanno registrato un aumento di 1,2 gradi Celsius rispetto all’era preindustriale. Tuttavia, è importante notare che questo incremento è avvenuto in gran parte a causa di fattori naturali, come l’attività solare. Non si intende negare il ruolo umano, ma ridurre il fenomeno a una sola causa rappresenta una semplificazione eccessiva.
Analizzando i dati, emerge che il 90% delle emissioni di CO2 proviene da cinque paesi: Cina, Stati Uniti, India, Russia e Giappone. Mentre in Europa ci si concentra su politiche ambientaliste, è evidente che tali misure non fanno altro che spostare il problema. Il nostro “green deal” appare più come un modo per sentirci soddisfatti che come una vera soluzione.
È fondamentale riconoscere che il cambiamento climatico è un problema complesso, e non può essere affrontato demonizzando i combustibili fossili senza considerare le alternative. Le energie rinnovabili non costituiscono la soluzione definitiva che ci è stata presentata: comportano costi elevati, dipendono da condizioni climatiche e spesso richiedono combustibili fossili per la loro produzione e manutenzione.
La narrativa sul cambiamento climatico è ricca di sfumature che vengono frequentemente trascurate. È essenziale superare la visione dicotomica e considerare tutte le variabili in gioco. La realtà è meno politically correct: non esiste una soluzione semplice e ogni azione comporta delle conseguenze. È tempo di adottare un pensiero critico e mettere in discussione le narrazioni prevalenti.

