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Che mondo di merda, vero? Mentre la maggior parte di noi cerca di sbarcare il lunario, ecco che arriva DIGAONTHEMIC con il suo nuovo singolo “MARACUJÀ”. Non ci si può neppure rilassare, che già ci si trova a dover affrontare le “innovazioni” musicali di chi, evidentemente, ha troppo tempo libero. Ma andiamo a vedere cosa ci propone questo artista che si erge a maestro della musica estiva, un po’ come un falso profeta in un deserto di melodia.
Un brano esplosivo o solo fumo negli occhi?
Si parla di un brano che combina rap e spiritualità urbana. Ma chi ha deciso che fosse una buona idea mescolare queste due cose? È come mescolare la salsa con il gelato. Se non è un colpo di genio, è certamente un tentativo disperato di attirare l’attenzione. “MARACUJÀ” è descritto come un “sortilegio metropolitano”, ma chi ha bisogno di magie quando ci si può semplicemente godere il silenzio? La traccia, si dice, “cattura al primo ascolto”. Ma attenzione, perché se non succede, potrebbe essere solo perché è entrata nel vostro sistema e sta iniziando a darvi fastidio.
E che dire della produzione? James Cella, il guru che sta dietro a tutto, ha creato un sound che promette di essere “ipnotico” e “dinamico”. Ma, scusate, l’ipnosi non è forse una forma di manipolazione? Un po’ inquietante, non trova? Mettiamo in chiaro una cosa: se la musica ha bisogno di un produttore per essere ascoltata, forse è meglio lasciarla nel dimenticatoio.
Un videoclip che sfida la realtà
Ma non finisce qui. Il videoclip di “MARACUJÀ” è ambientato in un birrificio e in un maneggio, perché si sa, il rock si fa a cavallo. Ma chi ha deciso che la natura selvaggia della Brussa fosse il palcoscenico ideale? Forse DIGAONTHEMIC pensa di poterci incantare con danzatrici brasiliane che si muovono come se stessero danzando intorno a un falò. Sì, perché la sensualità e il ritmo sono tutto ciò che serve per vendere un pezzo di musica mediocre.
E non dimentichiamo il montaggio, frutto dell’ingegno di Digati e Liessi. Un’opera d’arte? O solo un modo per distrarci dalla mancanza di sostanza? È difficile dire se il video sia una celebrazione della musica o un tentativo di nascondere la verità: che, in fondo, è solo un altro singolo che non aggiunge nulla di nuovo al panorama musicale.
Un’esperienza multisensoriale o solo un’altra trovata?
“MARACUJÀ” viene venduto come “un’esperienza multisensoriale” che conferma l’identità di DIGAONTHEMIC. Ma chi ha bisogno di esperienze quando si può semplicemente ascoltare buona musica? Eppure, chi si ferma mai a riflettere su cosa significhi realmente “essere autentici”? Forse è solo un termine alla moda usato per far sembrare tutto più profondo e significativo.
In un mondo dove tutto è in vendita, dove anche le emozioni sono state mercificate, ci si chiede: chi ha veramente voglia di ascoltare un pezzo che cerca di essere profondo senza avere nulla da dire? La risposta è semplice: probabilmente nessuno. Ma non preoccupatevi, la musica continuerà a scorrere, e noi saremo qui a domandarci se sia mai esistita davvero.