Argomenti trattati
Le origini di un’opera controversa
Composto tra il 1918 e il 1919, “Il Mandarino meraviglioso” di Béla Bartók è un balletto-pantomima che ha suscitato reazioni forti e contrastanti sin dalla sua creazione. Ispirato a una storia di Menyhért Lengyel, il balletto racconta la drammatica vicenda di una giovane donna costretta a prostituirsi da tre delinquenti. La trama, già di per sé scandalosa, è ulteriormente aggravata da un finale in cui il protagonista, il Mandarino, viene aggredito e accoltellato, ma non prima di aver soddisfatto il suo desiderio per la ragazza. Questa rappresentazione esplicita della sessualità e della violenza ha portato a una serie di divieti e polemiche.
Le reazioni del pubblico e la censura
La prima rappresentazione avvenne nel 1926 a Colonia, ma le reazioni furono così violente che il sindaco della città proibì ulteriori spettacoli. Il pubblico, abituato a forme d’arte più conservative, non riuscì ad accettare la combinazione di una musica innovativa e di una trama così audace. La partitura di Bartók, caratterizzata da dissonanze e colori orchestrali vivaci, contribuì a creare un’atmosfera di tensione continua, rendendo l’opera ancora più difficile da digerire per gli ascoltatori dell’epoca.
La rinascita del balletto
Nonostante le difficoltà iniziali, Bartók non si arrese. Per cercare di salvare la sua musica, creò una suite sinfonica che, sebbene anch’essa controversa, cominciò a guadagnare attenzione. La vera svolta arrivò con la coreografia di Aurelio Milloss, che portò il balletto sui palcoscenici di tutto il mondo, contribuendo a una maggiore accettazione dell’opera. Oggi, “Il Mandarino meraviglioso” è considerato un capolavoro della musica del XX secolo, accanto a opere di compositori come Stravinskij e Schönberg.
Un’interpretazione magistrale
L’interpretazione di Claudio Abbado con la London Symphony Orchestra è particolarmente apprezzata per la sua attenzione ai dettagli e la potenza espressiva. Abbado riesce a catturare le sfumature dinamiche e i colori della partitura, trasmettendo al pubblico l’energia e la vitalità della musica di Bartók. La sua direzione è un esempio di come la musica possa trascendere le polemiche e raggiungere il cuore degli ascoltatori, rendendo “Il Mandarino meraviglioso” un’opera fondamentale nella storia della musica.