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Kara-Lis Coverdale, artista canadese di suoni elettronici, ritorna con un album che promette di affascinare gli ascoltatori. Nel suo nuovo lavoro, intitolato ‘From Where You Came’, la Coverdale esplora un’ampia gamma di timbri e sonorità, attingendo a una profonda tradizione musicale che abbraccia sia il personale che il culturale. Ogni nota è un racconto, ogni melodia un viaggio attraverso le esperienze e le emozioni dell’artista, che riesce a far dialogare tecnologia e umanità in modo straordinario.
Un viaggio tra suoni e ricordi
Il percorso sonoro di Coverdale inizia con la sua infanzia, segnata dall’organo a canne suonato durante i servizi religiosi. Questo strumento non è solo un simbolo di sacralità, ma è anche il primo sintetizzatore che ha ispirato la sua esplorazione dei suoni. La Coverdale ricorda come un rudimentale boom box l’abbia introdotta alle tecniche di remixing, trasformando il modo in cui percepisce la musica. Questo legame profondo con gli strumenti è palpabile in ogni traccia dell’album, dove l’artista utilizza le sue esperienze passate per dare vita a suoni nuovi e sorprendenti.
La bellezza della semplicità
Il nuovo lavoro si distingue per la sua delicatezza e per il modo in cui riesce a trasmettere emozioni complesse attraverso la semplicità. Brani come ‘Flickers in the Air of Night’ si sviluppano in un’atmosfera eterea, dove i cluster di sintetizzatori si mescolano con il violoncello di Anne Bourne, creando un’esperienza quasi mistica. La Coverdale riesce a catturare l’essenza delle fredde inverni canadesi e dei laghi boschivi della sua giovinezza, portando l’ascoltatore in un viaggio tra calde saune e gelide immersioni. Questo contrasto tra caldo e freddo non è casuale, ma rappresenta una parte fondamentale della sua narrativa musicale.
Le sfide della creazione musicale
Nonostante la bellezza di ‘From Where You Came’, l’album presenta anche delle sfide. Coverdale sembra oscillare tra il desiderio di sviluppare le sue tracce in canzoni complete e la volontà di mantenere un’atmosfera ipnotica che invita all’ascolto passivo. In ‘Daze’, per esempio, le melodie si intrecciano come uccelli nel cielo, ma poi si perdono in una ripetizione che rischia di diventare monotona. La lunghezza di alcuni brani, come ‘Freedom’, che dura sette minuti, fa emergere un senso di stasi, mentre ‘Coming Around’ offre un’idea di progresso concentrandosi su una melodia che cresce rapidamente.
Un album per sognare
In definitiva, ‘From Where You Came’ si presenta come una colonna sonora ideale per momenti di relax e introspezione. I suoni delicati e i paesaggi sonori creano un’atmosfera di calma, rendendo l’album perfetto per chi cerca un’esperienza musicale contemplativa. Tuttavia, da un’artista con il talento di Coverdale, ci si aspetterebbe una maggiore complessità e profondità. La sua capacità di dare voce a tutto ciò che la circonda è indiscutibile, ma nelle sue parole iniziali, dove canta “Tutto ciò che sai è reale / Mi dispiace, la vita è bella”, si percepisce un desiderio di lasciare che siano i suoni a parlare, piuttosto che le parole stesse.